The Half Life

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    Storia scritta da me
    Autrice: Haruhi Suzumiya
    Nome del libro: The half life

    THE HALF LIFE

    Prologo
    Salve sono Hannah ho 17 anni e vivo in una piccola città della California . La mia famiglia è composta da quattro persone più me cinque. Mio padre fa il capo-cantiere e lo vedo raramente , viene sempre tardi e a volte riesco a vederlo solo quando mangiamo, mia madre invece fa la casalinga anche se vorrebbe lavorare cerco ogni giorno di aiutarla con la famiglia ma è un lavoro troppo duro per me; la invidio molto perché sono certa che non sarò mai come lei. Poi rimangono gli altri due componenti della famiglia: ho un fratello maggiore e uno minore. E questo è quanto conoscete tutto di me o quasi , la mia era una vita abbastanza normale fino a quando …


    1 Capitolo : Famiglia
    Era una calda e torrida giornata di Luglio, mi alzo dal letto ed ero completamente sudata così decido di farmi una doccia. Appena in bagno non entro neanche nella doccia quando sento mia madre che mi chiama dicendo : << Hannah dove sei sbrigati hai delle commissioni da fare>>. << Un attimo non ho neanche iniziato>>. Esco dalla doccia mi vesto rapidamente anche perché mia madre continua a mettermi fretta , metto degli short non molto corti un toppino celeste e le scarpette, <<dov’è la lista della spesa? >> << E’ sul tavolo>> , grida mia madre dalla stanza di mio fratello. La prendo, la saluto e scendo. Uffa che noia andare a piedi fino al centro non è una passeggiata, vorrei tanto chiamare il mio ragazzo Brian ma poverino non abitiamo nello stesso paese, è un peccato farlo venire solo per questo. Però mi scoccio terribilmente di andarci da sola specialmente a piedi, ultimamente sono una gran pigrona non ho voglia di fare niente ; il caldo riesce a mangiare tutte le mie forze .

    Eccomi al supermercato, devo comprare: frutta , verdura , biscotti, uova, latte. Quanta roba che noia c’è anche una fila enorme per la cassa, meglio muoversi prima che arrivi altra gente. Uscii dal supermercato e mi affretti a tornare a casa. <<sono tornata , mamma dove sei ?>>. << Hannah , poggia tutto sul tavolo e aiutami a preparare il pranzo tuo fratello Trent sta per arrivare >>. <<eccomi!>>. Dopo averla aiutata sbuffando e borbottando qualche parola incompressibile andai in camera mia per stendermi sul letto.<< A tavola il pranzo è pronto, Hannah dove sei stiamo aspettando solo te su vieni !>>. <<arrivo subito iniziate pure senza di me>>. Mi alzo dal letto per andare in salone, mangio solo un po’ di frutta perché non ho molta fame dopodiché mi dirigo di nuovo nella mia stanza. Sono le 15:00 del pomeriggio e il sole in cielo picchia molto forte, in casa mia fa molto caldo e il condizionatore nella mia stanza è rotto, così per distrarmi gioco un po’ con il computer. Non mi sento tanto bene mi scoppia la testa , meglio che vada a riposarmi. Non ascoltai mia madre che chiedeva di essere aiutata, mi stesi sul letto e dopo cinque minuti mi addormentai.

    TIK TOK TIK TOK su Lalla sveglia sveglia c’è Ian . Ian? Chi è Ian? Intanto mio fratello di quattro Seth continuava a picchiettarmi sulla testa perché non ero ancora sveglia del tutto. Alzai lo sguardo e vidi il volto incavolato di Brian, anche se era molto arrabbiato mi sussurrò all’orecchio : << Buona sera dormigliona >>. Buona sera? Per quale motivo avrà detto buona sera sono le 17:00. << Amore sono le 17:00 si dice buon pomeriggio >> lui con la faccia molto perplessa e con il sopracciglio sinistro alzato mi rispose : <<le 17:00 ? Ma se sono le 19:30>>. << Cosa ? >>. No non è possibile erano appena le tre quando mi sono appisolata è impossibile che io abbia dormito per quattro ore non mi è mai capitato. Mentre pensavo tra me, il povero ragazzo stava iniziando a preoccuparsi lui parlava io ascoltavo solo la fine delle sue parole, quando mi accorsi che mi stava chiamando io ero completamente assorta nei miei pensieri e non gli prestavo alcuna attenzione. Fu in quel momento che si scocciò e mi diede un piccolo pizzico sul braccio per porre la mia attenzione su di lui. Quando finalmente lo stavo ascoltando e lo guardai era più incavolato di prima e anche il sopracciglio era più alto: <<numero uno: perché quando ti chiamo non rispondi , numero due: perché quando parlo non mi ascolti? E numero tre: mezz’ora fa dovevamo uscire ma che fine hai fatto? Mi sono preoccupato tantissimo, non rispondi al telefono sono molto arrabbiato >>. Io gli chiedo scusa ma lui non vuole accettarle , si è preoccupato molto e non lo do torto. All’ improvviso sento un delizioso profumino proveniente dalla cucina, mamma sta preparando le lasagne . << Ehm Amore che ne dici se stasera non usciamo e resti a cenare qui da me ? Mamma sta preparando il tuo piatto preferito: le lasagne>>. Distolse subito l’attenzione da me per sentire il delizioso profumino, così senza farselo ripetere due volte si girò verso di me e fece uno di quei sorrisi che mi piacciono tanto e accettò volentieri il mio invito . Così lui si sedette sulla sedia per guardare la TV ed io presi una forcina per legare i capelli, li raccolsi in un piccolo codino dato che ho i capelli abbastanza corti. Decisi di aiutare mia madre a preparare la cena , io mi occupai del primo e della frutta mentre mia madre preparava il contorno e il secondo piatto. Finito tutto apparecchiammo e aspettammo mio padre e mio fratello che arrivarono allo stesso orario. Mangiammo , parlammo dopodiché verso 22:30 Brian tornò a casa , i miei fratelli compreso mio padre già dormivano e io e madre finimmo di sistemare. Sono appena le 23:00 sono nel letto e non ho tanta voglia di dormire. Fa molto caldo e mi giro in continuazione, tutti dormono e sono l’unica ancora sveglia, forse non avrei dovuto dormire così tanto nel pomeriggio, uffa no so proprio come fare. Intanto passano le ore e sono appena scoccate le 02:00 di notte. Dopo vari sforzi di cercare di prendere sonno decido di alzarmi e farmi una camomilla, una di quelle istantanee buona anche con l’acqua fredda , si è vero quelle non fanno lo stesso effetto della camomilla vera e propria, però scaldare l’acqua in questo periodo dell’anno sarebbe una pazzia. Appena prendo la camomilla vado a letto e finalmente riesco a prendere sonno.

    Edited by haruhi Suzumiya - 15/8/2010, 23:18
     
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    bellissima lalla ^^ t.v.troppo bene :6ufiy6q.gif:
     
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    Grazie mille^^
     
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    2 Capitolo: Paure e scoperte
    Riecco l’ennesima giornata calda di metà Luglio mi domando ad Agosto il caldo dove arriverà , mi faccio una doccia fredda per lavare via tutto il sudore della notte precedente. In questa giornata sono particolarmente nervosa, non ho voglia di ascoltare nessuno compresa mia madre che chiede l’ ennesimo aiuto , io la prego di lasciarmi in pace almeno in questa giornata ma lei non ne vuole sapere molto così per evitare di litigare mi vesto ed esco , ovviamente mi tocca andare a piedi perché mio fratello lavora e la macchina serve a lui. Inizio a camminare in realtà non so nemmeno dove sto andando non ho una meta precisa, cammino cammino e cammino ancora , volevo chiamare una mia amica ma non ho voglia di nessuno davanti ai piedi persino Brian non ne sa nulla, continuo a camminare quando all’improvviso mi fermo di soprassalto e mi domando << Dove cavolo sono finita, dove mi trovo, questo posto non lo conosco è la prima volta che lo vedo e non so come tornare indietro>>. Provo a guardarmi intorno per cercare delle persone o per lo meno fammi dare delle indicazioni per tornare indietro, ma non vedo nessuno non c’è un’ anima viva qui. Così nascondo il telefono nella tasca laterale del pantalone e sopra lo copro con la maglia, il telefono è l’unica cosa più preziosa che ho, non ha neanche un mese e per di più è un regalo di Brian non voglio assolutamente che mi venga rubato. Meglio che cammino può darsi che in qualche traversa vedo qualcuno, voglio tornare indietro questo posto buio mi fa molta paura. Eppure siamo in pieno Luglio il sole batteva forte sulla mia pelle fino a qualche istante fa, non capisco perché questo posto è così buio e tenebroso. Entro in un ‘altra traversa e vede due persone, sono due uomini sulla quarantina d’anni, hanno un aspetto molto brutto, sono grandi , grossi e molto robusti. Uno dei due all’improvviso si gira e mi fissa in un modo molto particolare così chiama il suo compagno ancora più grosso di lui, lo fa segno di camminare verso di me, io resto li a fissarli quando il loro passo si fa sempre più veloce fino a correre verso di me. Io inizio a correre più veloce che posso, quei brutti tipi stavano per raggiungermi quando vedo scorrere un ragazzo che mi chiama e mi dice di venire nella sua macchina. È un ragazzo dai capelli bronzei e gli occhi molto castani, erano i più bei occhi che abbia mai visto in tutta la mia vita. Mi dice di venire e di entrare ma io continuo a correre , figuriamoci se adesso entro nella macchina di questo tipo che non ho mai visto. Lui mi viene dietro in una velocità che mi fece spalancare gli occhi e poi mi disse << Io non ti farò nulla quei due sono tipi molto grossi ti faranno sicuramente del male, io invece non ti farò niente abbi fiducia in me>>. Non so per quale losco motivo ma decisi di seguirlo. Appena entrata nella sua macchina mi potrò nella sua casa anzi più che una casa era una baracca. Faceva terribilmente freddo, bhè in realtà si stava bene, però era molto scura non penetrava neanche un raggio di sole. In quella baracca non c’era nulla, non vi era un tavolino, né una sedia e neanche un frigo così gli feci una domanda : << Scusa ma tu abiti qui ?>>. E lui rispose molto dolcemente guardandomi con quegli occhi che in quel momento mi fecero molta paura. << Si , io abito qui perché cosa c’è che non va ? >>.Io rimasi sorpresa era praticamente impossibile che una persona per di più un ragazzo sui ventidue anni potesse vivere in un postaccio come questo. << Perché un ragazzo così giovane come te abita in questo posto? La fuori c’è un mucchio di divertimento per uno come te, perché ti ritrovi qui dentro ?. Lui non rispose, anzi peggio fece un sorrisetto che gli mostrò la maggior parte dei denti e fu lì che io mi pietrificai e lui stranamente se ne accorse. La mia mente iniziò a viaggiare con la fantasia , pensai a talmente di quelle cose che il mio cervello stava per scoppiare così collegai quel lurido posto con il magnifico ragazzo , che con quella sua bellezza avrebbe potuto fare il modello e ricavarne una fortuna. Collegai e collegai ma non mi portò a niente così stranamente per la testa mi venne in mente un film di vampiri e fu in quel momento che rimasi immobile davanti al ragazzo. Le uniche parole che sussurrai furono << O mio Dio>>. Lui si avvicinò e mi disse di toccarlo ma io indietreggiavo e lui più si avvicinava. All’improvviso mi trovai con le spalle al muro e non potevo scappare così decisi di toccarlo. La sua pelle era fredda e dura come il ghiaccio, lui continuava a sorridere e io avevo sempre più paura di quel sorriso che più che felicità incombeva pericolo anzi morte. Così gli chiesi << Chi sei tu e perché hai scelto proprio me , ti prego non uccidermi non ti ho fatto niente risparmiami>> Quelle furono le uniche parole che mi uscirono dalla gola. << Non ti preoccupare per quale motivo dovrei ucciderti io mi sto divertendo così tanto >>. << Divertendo? >> Fu in quel momento che dall’anima mi uscirono parole tutte cattive ed offensive nei suoi confronti, come poteva divertirsi quando io invece stavo morendo di paura. Così decisi di affrontarlo almeno se dovrò morire lo farò con stile. << Ehi tu ma come ti permetti ? Chi ti credi di essere hai scelto la persona e la giornata sbagliata, lasciami andare farò finta che non sia successo niente>>. Queste mie parole lo fecero rimanere di sasso, così mi rispose : << Hai idea ti chi hai di fronte? Potrei ucciderti con un solo dito>>. << E allora fallo non ho nulla da perdere>>. << No non lo farò sarà un vero peccato, però non mi hai detto io cosa sono>>. Avevo molta paura di dire quel nome così mi feci coraggio e a voce alta gridai << Tu sei un vampiro>>. Lui applaudì e mi fece anche i complimenti, mi disse che ero la prima persona che aveva indovinato con così tanta facilità. Gli chiesi gentilmente se potevo andare a casa mia, ma lui rispose che adesso sapevo troppe cose e che avevo una scelta da fare.

    3 Capitolo: Trasformazione
    Una scelta? Quale scelta avrei dovuto prendere? Lui continua a sorridere e avevo sempre più paura. Sapevo che ciò che avevo detto era una sciocchezza, i vampiri non esistono e tanto meno non in questa città, non in questo posto, ma poi perché proprio me, perché non mi ha lasciato con quei tipi me la sarei cavata benissimo, avrei corso più di loro anche perché in educazione fisica sono la prima della classe e poi quei tipi erano molto grossi non mi avrebbero mai raggiunta, mi domando perché sono entrata nella sua macchina e poi quella macchina da dove è sbucata non l’avevo notata prima è tutto molto strano mi gira la testa e ho fame. Intanto il tempo passa e guardando l’orologio appeso al muro notai che era già 13:00. Era tardissimo mia mamma mi starà cercando ovunque senza parlare di Brian starà sicuramente in pensiero per me. Lui continuava a guardarmi dalla testa fino ai piedi notando tutto di me, mi trovavo ancora con le spalle al muro e lui poteva farmi tutto quello che voleva, è molto forte la sua muscolatura si nota benissimo e non posso fare passi falsi, dovrò distrarlo con qualcosa così potrò scappare. << Ehm senti come ti chiami?>>. << Perché lo vuoi sapere>> mi rispose con molta arroganza e sarcasmo, con quella sua risatina che mi fece arrabbiare più del dovuto, avrei voluto picchiarlo ma sapevo che l’unica che si sarebbe fatta male sarei stata io, così decido di continuare con le domande ma lui non rispose neanche ad una eccetto quella di chiamarsi Daisy. Stavo per porgli altre domande quando sentii un rumore anzi una vibrazione proveniente dalla tasca laterale dei pantaloni, probabilmente era Brian, speriamo che Daisy non ha sentito la vibrazione provai a mettere le mani molto lentamente nella tasca del pantalone ma non riuscii a trovare il telefono. O no dove sarà finito, Daisy mi guardava con un ‘ aria divertita e mi disse : << Stai cercando questo? Ti dispiace se rispondo io ? >>. << Restituiscimelo immediatamente, sono cose personali che non ti interessano>>. Ciò che dissi non gli passò neanche per la testa così rispose. << Pronto…. Chi sono io ? No chi sei tu…. Chi sono non ha alcuna importanza…. Si la tua ragazza è qui con me…. Io gridai Brian sono qui sto bene, ma con uno scatto il vampiro mi tappò la bocca con la sua mano fredda, si avvicinò al mio orecchio e mi disse lentamente di stare zitta, voleva solo divertirsi, lui continuava a parlare e io avevo la bocca tappata dalla sua mano. << No non ti preoccupare non le farò nulla voglio solo divertirmi un po’… Ehi stai calmo non sai con chi hai a che fare….. Come dici vuoi affrontarmi allora ti accontento subito…. Quel ragazzo aveva dato l’indirizzo a Brian e lui si stava precipitando a venire qui. Io intanto piangevo sapevo che Brian sarebbe stato ucciso così piangendo mi accovacciai a terra vicino alle sue gambe e in ginocchio gli pregai anzi lo supplicai di risparmiare il mio fidanzato e ti prendere me. Lui con una sola mano mi alzo e mi strinse tra le sue braccia che erano terribilmente fredde e potenti cercai di scappare da quella presa ma lui con vari scatti mi mise di nuovo con le spalle al muro. Avvicinò il suo volto al mio, voleva baciarmi io continuavo a piangere e lui con le sue dita fredde cacciò via le lacrime << Tesoro perché piangi non ti ho ancora fatto niente, adesso dovrai prendere una decisione, io non ti lascerò andare fino a quando non mi dirai se vuoi diventare un vampiro come me oppure un mezzo vampiro>>. << Che cosa ma tu sei impazzito io non voglio essere un mostro come te lasciami andare>>. << Ma come ?>> mi disse il vampiro: << Io ti sto facendo scegliere e tu mi rispondi in questo modo? Mi dispiace piccola ma devi prendere questa decisione. Ora ti spiego, se diventi un vampiro come me non potrai uscire alla luce del giorno altrimenti ti polverizzi, non crescerai più rimarrai una diciassettenne per sempre e dovrai allontanarti dalla tua famiglia anzi vivrai qui insieme a me saremo una coppia perfetta. Mentre se diventi per metà vampiro crescerai fino all’età di trent’anni starai ancora un po’ con i tuoi ma poi dopo rimarrai trent’enne per sempre. Decidi o uno o l’altro>>. Stavo per rispondere quando vivi la porta buttata a terra con un solo calcio. Era Brian, era qui, ed era nervosissimo: << Porco, togli le tue manacce dalla mia ragazza altrimenti ti ammazzo. << No Brian ti prego stagli lontano tu non sai lui cosa è capace di fare>> Ma ovviamente non mi diede ascolto si avvicinò verso di lui per dargli un pugno e si trovò senza accorgersene scaraventato in faccia al muro. << Calmati ragazzo io non voglio fare del male a nessuno e la tua ragazza sa già tutto fatti spiegare la situazione da lei>>. Io rapidamente gli spiegai tutta l’orribile situazione. Lui rimase pietrificato ma non poteva farci nulla così decisi di accettare la sua offerta e diventare vampiro per metà. Brian si stava recando alla porta quando con un battito di ciglia il vampiro si trovò faccia a faccia di fronte a lui. << E tu dove hai intenzione di andare? Sai troppe cose e verrai trasformato insieme a lei>>. Cercai con tutte le forze di farlo scappare ma era troppo tardi l’aveva già morso e Brian era disteso a terra quasi senza vita. Si avvicinò a me e fece lo stesso. Mi sentii bruciare dentro avevo come il fuoco nelle vene, iniziai a vedere tutto ombrato e caddi a terra vicino a Brian sussurrando il suo nome.



    4 Capitolo: Il raduno
    Quando mi svegliai pensavo di aver fatto un brutto sogno anzi un incubo, ma purtroppo era tutto vero, Ero ancora sdraiata sul pavimento freddo e quando aprii gli occhi Brian non era vicino a me. Mi alzai e l’unica persona che trovai era quel ragazzo dai bellissimi occhi e dal corpo magnifico ma con un difetto era un vampiro spietato di sangue. Mi alzai e gli urlai << Dov’è il mio ragazzo che ne hai fatto di lui mostro, adesso che sono come te posso ucciderti con le mie mani>>. << Calmati il tuo bel ragazzo è li fuori che se la spassa con i suoi nuovi poteri, guarda tu stessa>>. Aprii la porta e vidi il mio ragazzo che correva davanti e indietro con una velocità disumana. << Su amore vieni qui è una cosa magnifica sono velocissimo e molto abile e Daisy dice che potremo avere anche qualche potere speciale ma non capisco cosa vuole dire>>. Vidi il mio ragazzo che si divertiva ad essere un mostro non era una di quelle situazione che mi piaceva vedere però ormai non potevamo farci niente il vampiro ci ha fatti diventare come lui. << Ragazzi entrare vi devo parlare>>. << Per quale motivo devo stare a sentirti>>. Gli urlai contro. << Amore calmati è tutto apposto>>. Brian cercava di farmi calmare e ragionare. << Lui è il nostro capo e poi non è così cattivo come pensavamo, stiamolo a sentire>>. Il vampiro iniziò a parlare e disse che alle 24:00 dovevamo recarci sul tetto di casa mia perché doveva mostrarci una cosa. A proposito di casa, mia mamma starà in pensiero per me, cercai il telefono ma Brian mi spiegò che aveva chiamato già mia madre e le disse che mangiavo da lui. Il vampiro continuava a parlare, dicendo che dovevamo mangiare per tenerci in forza perché siamo appena stati trasformati, io diventi di nuovo nervosa sapevo che per mangiare intendeva bere sangue e io non avevo nessuna intenzione di uccidere delle persone. << Non ucciderai nessuno se è questo che ti preoccupa>> mi rispose il vampiro. << Io non berrò il sangue di qualche essere umano>>. << Allora bevi quello degli animali, ti disseta però non è la stessa cosa, ma se ci tieni tanto fai pure, però adesso devi bere questo altrimenti non ti farò uscire da qui dentro>>. Mi diede un bicchiere abbastanza grande e scuro con dentro un liquido che non era acqua mi disse di berlo e che non dovevo oppormi così senza fare tante storie anche perché il mio ragazzo l’aveva già bevuto tutto , decisi di berlo anche io. Aveva un sapore orribile però mi diede forza e il mio corpo ne voleva sempre di più. Terminai il liquido con due sorsi molto lunghi e mi sentii più forte che mai. << Cosa mi hai dato?>>. Sapevo benissimo cos’era ma volevo sperare in qualcosa di meglio, ma lui rispose che era sangue umano. Volevo correre in bagno e gettare tutto ma non potevo mi sentivo troppo bene era come se una parte di me anzi la maggior parte di me era umana e non accettava tutto questo mentre l’altra parte era soddisfatta del liquido e ne voleva ancora e ancora. Dopo tutto questo finalmente ci lasciò liberi e io me ne tornai a casa per farmi una dormitina ma dimenticavo che i vampiri non dormono. Tornai a casa e appena varcata la soglia mia mamma gridò in un modo che non aveva mai fatto prima. << Ma dove sei finita il telefono era sempre occupato, potevi avvisarmi prima ho dovuto chiamare Brian e per fortuna lui ha risposto subito, volevo chiamare la polizia nessuno sapeva dov’ eri andata>>. << Mamma ti prego ho avuto una giornataccia lasciami stare>>. << Ma cosa hai fatto agli occhi ? Hanno uno strano colore e anche il tuo corpo sembra molto diverso, sembri molto più bella di prima ma dove sei stata in un centro di bellezza?>>. Mia mamma continuava a parlare ma non le diedi ascolto, pensavo a tutto quello che mi era capitato .Andai in bagno e mi guardai allo specchio, i miei occhi erano più castani di prima sembravano gialli anzi dorati, il mio corpo era di una bellezza disumana e mi sentivo diversa, forte molto forte. Tornai nella mia stanza aprii l’armadio per cambiarmi e con una sola mano sbriciolai la maniglia dell’armadio. O mio Dio cosa ho combinato è meglio che non tocchi nulla potrei uccidere anche qualche mio familiare, così mi stesi sul letto senti mia mamma che parlava dall’altra stanza anche se stava sussurrando riuscivo a capire cosa stava dicendo, voleva venire nella mia stanza così feci finta di dormire per non essere disturbata, non volevo sbriciolare le ossa di mia madre come se fossero delle patatine. Avevo paura di me stessa non vedevo l’ora che venisse mezzanotte così da farmi spiegare come fare per non uccidere nessuno con le mie mani. Decisi di uscire con Brian e dissi a mamma che mangiavo da lui così da non rimanere in casa. Uscimmo e parcheggiammo in un posto, andammo a fare delle passeggiate a piedi, veramente correvamo con una velocità impressionante ovviamente lui era più veloce di me quando d’un tratto mi fermai mi accovacciai a terra mi scoppiava la testa, iniziai a vedere qualcosa di strano, qualcosa che non era il paesaggio dove stavamo correndo io e Brian, vedevo tutto buio e delle persone, vidi anche Daisy che ci parlava ma non riuscivo a vedere e a capire nulla, intanto Brian mi chiamava preoccupato ma io non lo rispondevo non riuscivo a parlare ero come pietrificata, come arrivò il mal di testa se ne andò con altrettanta facilità e io ritornai normale. Spiegai tutto a Brian e lui ci pensò un po’ su e mi disse che forse quella era una visione del futuro. Mi spiegò che lui e Daisy avevo parlato e che stasera voleva portarci ad un raduno di metà vampiri tutti amici suoi che poi diventeranno anche i nostri. Decisi di non voler più parlare di ciò che succederà stasera così facemmo passare il tempo. Tornai a casa verso le 23:30 e tutti dormivano come sassi. Aspettai le 24:00 quando uscii sul balcone feci un salto molto alto e mi ritrovai sul tetto dove c’erano già Daisy e Brian. Camminammo nella notte inoltrata fino ad arrivare in una casa abbandonata era abbastanza carina esteriormente ma era ricoperta di erbacce. Entrammo e all’interno c’erano circa venti persone divise tra ragazzi e ragazze che aveva all’incirca la nostra stessa età, Erano divisi in due gruppi da dieci alcuni avevano delle belle facce e sembravano simpatici mentre altri non ci guardarono per neanche un secondo era come se non fosse entrato nessuno. Daisy si rese conto della situazione e per sciogliere la tensione ci presentò ai suoi compagni. Disse che eravamo brave persone e che da oggi in poi eravamo loro amici. Si avvicinò a me una ragazza abbastanza carina aveva occhi e capelli chiari circa l’opposto di me, nonostante fosse un vampiro i suoi occhi continuavano ad essere di un azzurro cielo erano meravigliosi. Si presentò e disse che si chiama Susan e veniva dal Canada, mi disse che aveva incontrato Daisy circa due mesi fa e lui l’aveva portata qui, poi mi presentò il suo ragazzo, che io pensavo fosse suo fratello, sono identici stessi occhi stessi capelli, lui si chiama Andrea e viene dall’ Italia, mi disse che si sono conosciuti nel raduno e si sono subito piaciuti. Io gli feci conoscere Brian e le dissi che stavo con lui da circa un anno e che ci amiamo molto. Decisi di non raccontarle come sono diventa una di loro però quella ragazza mi sembra una brava persona spero di diventare sua amica.


    5 Capitolo: Allenamento
    Mi trovavo ancora in quel posto con venti vampiri che poggiavano la loro attenzione su me e Brian non capivo se volevano conoscerci meglio oppure volevano che ce ne andavamo. Daisy ci raccomandò di venire anche il giorno successivo perché dovevamo allenarci a controllare la nostra forza e a vivere come persone normali. Salutammo tutti anche se gli unici a salutarci erano Daisy , Susan e Andrea. Rimasi con Brian per tutta la notte così per far passare il tempo giocammo a carte alle prime luci dell’alba Brian tornò a casa sua, io mi alzai dal letto e riordinai la casa , così quando mamma si svegliò trovò tutto perfettamente in ordine, ci impiegai meno di dieci minuti a sistemarla, la mia velocità era impressionante. Alle nove insieme a Brian ci dirigemmo verso la casa con i vampiri e una volta arrivati iniziò il nostro allenamento. << I vampiri trasformati da 2 mesi si sistemino nell’ala ovest dell’ edificio tutto il resto può andare oppure occupi l’altra parte>>. Quelle furono le parole di Daisy e noi ci sistemammo dove lui ci aveva ordinato. C’erano cinque tavoli con due bicchieri di granito pesantissimo. Daisy ci ordinò di prenderli: << Cosa? Dico ma siamo impazziti questo bicchiere è pesantissimo vuoi rompermi le ossa? Mi rifiuto di fare una cosa del genere>>. << Ma che dici prendi il bicchiere>> mi ordinò Daisy, << No mi rifiuto non voglio rompermi un braccio a causa tua>>.<< Hannah sei un vampiro non puoi romperti le braccia prendi il bicchiere non succederà nulla>>. << E va bene ma se mi succede qualcosa darò la colpa a te>>. Cercai di alzare il bicchiere con entrambe le mani ma lui mi disse che doveva farcela con una, così dopo averlo guardato con aria molto pericolosa decido di fare come vuole lui. Poggiai la mano sul bicchiere era pieno d’acqua lo alzai con estrema facilità era leggerissimo sembrava una piuma, lo feci vedere a Daisy ma appena mi voltai verso di lui il bicchiere pesante ottanta kili mi scoppio in mano. Alcune schegge mi finirono nella mano altre nelle braccia, facevano quasi il solletico le tolsi con molta facilità e la mia pelle si rigenerò in due secondi. Senti tutti ridere così sorrisi anche io, Brian era bravissimo maneggiava quel bicchiere come se lo facesse da sempre mentre io l’avevo fatto scoppiare come un uovo. Così decisi di riprovarci dopo tre tentativi riuscii a non distruggerlo, lo maneggiavo alla perfezione. Daisy si congratulò, ero l’unica che lo faceva ancora scoppiare, intanto era andati già tutti via, eravamo lì sono io Daisy , Brian, Susan e Andrea. A Daisy venne la strana idea di giocare con quei bicchieri e di lanciarceli addosso, il primo che li fa cadere viene eliminato, decisi di non giocare sapevo bene che Daisy e Brian erano impossibili da battere erano troppo agili e poi io per prendere il bicchiere l’avrei sicuramente fatto esplodere tra le mie mani. <<no grazie questo gioco non fa per io mi ritiro>>. <<ma come Hannah, perché dici così è un ottimo modo per allenarsi su gioca e non fare tante storie>>. Le parole di Daisy sembravano divertite sicuramente stava tramando qualcosa di brutto da far fare al perdente della partita cioè io. Stavo per accettare quando ebbi un ‘altra di quelle visioni ma stavolta la testa non mi faceva male così nessuno se ne accorse o almeno fecero finta di non accorgersene, vidi che a vincere ero proprio io e il perdente anzi la perdente era Susan. Così accettai volentieri la sfida e iniziammo a giocare.
    Ci lanciavamo quei cinque bicchieri di ottanta kili addosso e per i primi venti minuti nessuno fece cadere niente, Daisy per prendere il bicchiere si lanciò molte volte addosso ma Brian la maggior parte delle volte fece finta di non vedere niente. Avevo paura che i due litigassero e in fondo Brian non aveva torto a nessuno piace vedere la propria ragazza nella braccia di un altro. Così dopo due ore la partita terminò con me vincitrice e Susan perdente. Decidemmo di non farle pagare nessun pegno così tornammo a casa. Mentre correvamo io e Brian fianco a fianco, aveva una faccia un po’ pensierosa, io gli parlavo ma lui molte volte non rispondeva oppure lo faceva dopo venti o trenta secondi più tardi. Tornati a casa mia prese la macchina e se ne andò a casa. Dopo l’allenamento mi sentivo più sicura l’importante era non toccare nessuno avrei rischiato di ucciderli. Dopo mangiato andai in camera mia, attesi l’orario giusto e ritornai al raduno. Giorno dopo giorno l’allenamento risultava sempre più difficile, dal bicchiere di ottanta kili si passava a quello da quaranta poi a venti fino ad arrivare al bicchiere di plastica e infine a quello di vetro. Risultava molto difficile per me e per quasi un’ intera giornata non riuscii a tener in mano neanche per dieci secondi il bicchiere di plastica. Anche quando ritornai la sera per tutta la notte non ci riuscii in realtà nessuno ci di noi riuscii, non controllavo la mia forza e giorno dopo giorno avevo il terrore che quel bicchiere fosse un mio parente o addirittura mio fratello minore. Avevo molta paura, a casa stavo sempre per conto mio chiusa in camera oppure uscivo , non mi incontravo con le mie amiche ormai da settimane, ogni giorno ogni ora la trascorrevo al raduno per riuscire a controllarmi. Dopo due settimane riuscii a tenere il bicchiere di plastica e a bere senza romperlo o procurargli qualche danno. Daisy ci fece tornare a casa prima del solito, ce lo leggeva in faccia che eravamo stanchi anzi esausti mentalmente. Ci diede anche un giorno libero così quel giorno decisi di trascorrerlo con la mia famiglia. Era domenica e andammo tutti compreso Brian in un ristorante vicino la costa, mangiammo molte cose buone, almeno è quello che dicevano i miei, io mangiavo ma per me e Brian il cibo non ha più sapore e ne odore, per noi è buono solo il sangue. Cercai di mangiare più poco possibile per dare nell’occhio, tutto ciò che i vampiri mangiano, non lo assimilano potrebbero mangiare per tutto il giorno, quindi mangiai il minimo dispensabile. Anche perché non volevo far spendere tanti soldi ai miei genitori per cibo che non mi fa crescere e che non mi serve per nulla. Ma certamente non mi potevo far portare dal cameriere un bel bicchiere di sangue. La giornata fu abbastanza difficile per me, piegai due forchette e un coltello e stavo per rompere un bicchiere così mi alzi e corsi in bagno, anche se non dovevo fare niente. Nel bagno c’era una donna con il suo bambino, il bambino aveva la mano sotto la fontana perché si era tagliato con un coltello, in quel momento mi sentii bruciare in gola era una sensazione orribile. Il mostro che era in me voleva saltare addosso al bambino, aprii lentamente la bocca scoprendo i denti mi avvicinai, la donna aveva paura perché il bambino piangeva, la mia metà del corpo voleva scappare, non volevo fare del male al bambino così senza neanche farmene accorgere me ne scappai . Brian vide il mio volto terrorizzato con uno scatto improvviso si alzo dalla sedia si allontanò dal tavolo e venne verso di me. << Cos’hai cos’è successo, sei terrorizzata e stai tremando, cosa hai visto? >>. <<non ho visto niente Brian, niente di niente , io stavo per fare una cosa orribile.>>. Intanto strillavo e mi disperavo non ci posso credere che stavo per uccidere un bambino innocente, Brian voleva delle spiegazioni e io con la vergogna stampata in faccia gli raccontai tutto. << Ehi non ti preoccupare, dai è una cosa normalissima, l’importante è che ti sei trattenuta su non ti disperare>>. Con quelle sue parole mi tranquillizzai almeno per cinque minuti. Andai dai miei e gli spiegai che avevo fatto una cattiva digestione e che adesso Brian mi riaccompagna a casa. Così ritornai a casa, mi stesi un po’ sul letto e Brian mi stette accanto per tutta la notte.


    6 Capitolo: Confessioni
    Brian restò con me per tutta notte, parlammo a voce bassissima che solo noi vampiri possiamo fare, un essere umano non capirebbe una singola parola, quella fu la nottata più lunga che abbia mai fatto in versione vampiresca, guardavo continuamente l’orario e speravo che si facessero le nove il più presto possibile, avevo il bisogno di parlare con Daisy, avevo bisogno dell’aiuto di un esperto vampiro, avevo bisogno di consigli per non uccidere le persone, non volevo che quell’evento così spiacevole si verificasse di nuovo. Non potevo neanche dormire, stavo cadendo in una profonda depressione,continuavo a pensare a ciò che era successo nella mattinata , Brian mi abbracciava forte a se cercava di consolarmi ma non serve a niente. Non potevo stare in quella casa così chiesi a Brian << Voglio uscire andiamo a fare una passeggiata voglio distrarmi con qualcosa, ti prego portami da qualche parte, qualsiasi posto va bene>>. << Tesoro mi dispiace ma non possiamo se uno dei tuoi genitori si sveglia e non ti vede in casa, cosa potrà pensare ti prego resisti>>. << No ti prego andiamo>> Continuavo a pregarlo << Se i miei genitori si svegliano io li vedrò con una visione, li terrò sotto controllo, su andiamo via da qui>>. Con quelle mie parole si decise e accettò. Io avevo il pieno controllo dei miei poteri mentali a darmi problemi erano quelli fisici. Io e Brian arrivammo quasi fino alla costa, impiegammo dieci minuti correndo alla velocità della luce, mi sentivo libera e la mia mente stava eliminando tutti i pensieri cattivi. In fondo sono un vampiro e devo farmene una ragione, però cercherò con tutta me stessa di non far mai del male alle persone, all’improvviso mi fermai e dissi a Brian di tornare indietro, la mia mente era già libera non avevo bisogno di andare fin laggiù. Brian e io ritornammo ognuno a casa propria era l’alba e io come ogni mattina facevo le pulizie, mia mamma era contenta e aveva più tempo da dedicare a se stessa. Come di routine alle nove precise mi trovavo nel raduno, ma quando entrai erano tutti distesi a cerchio per terra, sembravano tanti bambini dell’asilo che aspettano l’arrivo di tutti i compagni, guardai l’orologio ed effettivamente ero in ritardo, erano le nove e due minuti e io sarei dovuta arrivare alle nove. Ma per fortuna mi perdonarono e mi fecero sedere in cerchio vicino a Brian, Susan e Andrea. Si alzò dal cerchio un vampiro che poteva avere sui vent’anni si fece avanti e raccontò la sua storia: <<salve a tutti mi chiamo Jacopo e ho vent’anni, in realtà dovrei averne ventidue , sono stato trasformato da Daisy circa due anni fa. Sono qui grazie a lui che mi ha accolto in questa raduna, sono stato il primo a venire qui e insieme abbiamo costruito questo posto e speriamo che vi trovate bene, grazie a tutti>>. Quello è il migliore amico di Daisy, Jacopo sembra una brava persona e ha fatto una bella presentazione, anche se volevo sapere di più della sua vita privata. << Salve a tutto sono Colin e sono la ragazza di Jacopo ho anche io vent’anni ma sono stata trasformata a ventuno,e sono un vampiro completo. Ho scelto di esserlo perché sono orfana e non serviva a niente essere un vampiro per metà anche io vi do un caloroso benvenuto>>. Dopo varie presentazioni conobbi tutti e riuscì a distinguerli e a ricordarmeli secondo la loro storia. Jacopo e Colin stavano insieme e sono stati i primi. Alec e Charlotte sono stati i secondi sono venuti insieme come me e Brian , poi ci sono James e Lucy che sono fratelli gemelli, sono identici ed è impossibile distinguerli, sono entrambi castani con gli occhi verdi, poi ci sono Nate e Rose che hanno deciso di sposarsi, in seguito sono arrivati Christopher e Kate e con loro il gruppo dei vampiri completi è terminato. Poi ci sono i mezzi vampiri che hanno tutti la stessa età eccetto Vanessa , Caroline e Marie , sono tre sorelle scoperte quattro mesi fa da Daisy e hanno diciannove anni. Gli altri rimasti quindi io, Brian, Susan, Andrea, Giusy, Izabel e Louis, siamo stati trasformati un mese fa. Dopo fatto conoscenza con tutti finalmente io e Brian veniamo un po’ considerati, però la mia migliore amica resta sempre Susan. Alla fine dell’allenamento io e Brian decidiamo di invitare Andrea e Susan a mangiare una pizza fuori il prossimo sabato. Loro accettano volentieri così ci diamo appuntamento. Il resto della settimana trascorse tranquillamente, Daisy non faceva più le sue solite sciocchezze anche se a volte si avvicinava e mi sussurrava qualcosa all’orecchio, tipo << Stai facendo un buon lavoro>>. Oppure << Sei splendida oggi>>. Erano tutte frasi che facevano incavolare Brian e molte volte mi tirava oppure mi teneva fra le sue braccia per tutto l’allenamento. Era una situazione imbarazzante ma per non farlo litigare con il capo ero disposta a tutto. Dopo una settimana di duro lavoro arrivò il sabato. Anche se la mia vita era completamente cambiata il sabato rimaneva sempre il giorno della settimana che preferivo di più, si usciva fino a tardi e ci si divertiva molto. Fino a pochi giorni fa uscivo di sabato solo con Brian, avevamo eliminato dalla nostra lista tutti i nostri compagni, avevamo paura di ucciderli così quando Susan e Andrea avevano accettato il nostro invito eravamo più contenti del solito. Uscimmo e andammo a giocare a bowling ovviamente cercammo il più possibile di non dare nell’occhio ma non ci riuscimmo ogni palla che lanciavamo era uno strike e piano piano la gente si avvicinò per guardarci fino ad avere una folla di trenta persone guardarci giocare a bowling ci avevano accerchiati. Cercai in tutti i modi possibili di sbagliare ma non ci riuscii la mia mira è diventata troppo perfetta, completammo l’intera partita di strike fino ad arrivare ad un totale di 300 punti, ovviamente pareggiammo. Molte persone intorno a noi ci sfidarono ma noi non accettammo quella partita la considerammo un caso non una bravura ma gli spettatori non ci diedero ascolto. Ci consideravano dei professionisti ma noi ovviamente non demmo ascolto e ce ne andammo. La fine della serata la trascorremmo vedendo un film di azione pieno di sparatorie e guerre, fu una vera e propria noia, io e Susan volevamo vedere un film romantico ma i maschi non ci diedero ascolto e dato che a pagare erano loro decidemmo di accontentarli. Alla fine del film era ridicolo andare a mangiare così ce ne tornammo a casa. Brian venne a casa mia e giocammo a carte ma ovviamente io avevo già visto tutte le sue mosse così lo sconfissi sei volte di seguito, mi guardò e mi disse che non voleva giocare più con me perché io imbrogliavo, poi disse una cosa che mi fece riflettere molto: << Ehi amore perché non giochi un biglietto della lotteria?>>. << No grazie tesoro non mi interessano i soldi, non voglio diventare una vampira miliardaria mi basta quello che ho>>. In realtà ci avevo già pensato, non per me ma per la mia famiglia, se avessi indovinato tutti e sei i numeri del lotto le telecamere da casa mia non se ne sarebbero andate per un anno e poi capirebbero sicuramente che non sono una diciassettenne normale. Brian continuava a dire che lo facevo per la famiglia ma non lo diedi ascolto. Però poi decisi che per non dare nell’occhio avrei potuto comprare un gratta e vinci e vincere una bella somma, non era nulla di strano potrebbe vincere chiunque . Così il giorno successivo andai in una ricevitoria e ne comprai uno da un euro e ne vinsi duecento ovviamente cento ne presi io e il resto lo diedi a mia madre



    7 Capitolo: Scuola
    I mesi passavano e noi vampiri diventavamo sempre più bravi a controllare i nostri poteri, anzi la nostra forza. Le calde e lunghe giornate d’ estate stavano terminando e quella notte del 4 Settembre stavo preparando la divisa scolastica per il giorno successivo. Per me e per Brian quella era l’ultima notte per stare insieme, perché la sera la dedicavamo allo studio. Ci sdraiammo sul letto, i nostri corpi freddi si toccavamo era una bella sensazione, anche se eravamo freddi come il ghiaccio e duri come il marmo io sentivo quel briciolo di calore dai nostri corpi che sembravano uno solo. Come di routine Brian alle prime luci dell’alba andava via, io preparavo la borsa e stirai di nuovo la divisa, volevo essere perfetta però non volevo dare troppo nell’occhio, forse per me non sono cambiata ma per gli altri ho fatto un cambiamento enorme. I miei occhi sono cambiati e il mio corpo è diventato molto più femminile. La sveglia suonò alle 7:00 feci finta di sbagliare e di andare in bagno. Feci una doccia fredda mi vestì, salutai mia madre e mi avviai alla fermata dell’autobus. La scuola è molto lontana da casa mia, io abito in periferia mentre essa si trova nella centro della città. Volevo andarci a piedi cioè correndo ma sapevo che era una pazzia, troppe persone mi avrebbero notata. L’autobus arrivò con trenta secondi di ritardo, entrai e aspettai che arrivasse a destinazione. Arrivata scesi dall’autobus con un’agilità che tutti la notarono, mi diressi in segreteria per avere gli orari delle lezioni.
    <<mi scusi, buongiorno, potrei avere gli orari scolastici della quarta sezione?>> chiesi gentilmente alla segretaria. È una donna sulla quarantina, indossa degli occhiali spessi e colorati.
    <<puoi attendere un attimo>>. Si allontanò per due minuti poi estrasse dal cassetto della scrivania un foglio e me lo diede.
    <<ecco a te>>.
    <<grazie mille e buona giornata>>. Con gentilezza andai fino alla mia aula, mi attendeva l’ora di matematica. Entrata in classe tutti mi guardavano dalla testa ai piedi.
    << Buon giorno a tutte>>. Ma solo dieci ragazze risposero al mio saluto, le rimanenti non mi guardarono neanche. In fondo avevano ragione le avevo scaricate dopo nemmeno due settimane di vacanze. Intanto per distrarmi decisi di ascoltare ciò che dicevano le altre ragazze e capii che stavano parlando di me.
    << Ma siamo sicure che quella ragazza sia Hannah? E’ cambiata moltissimo, i suoi occhi sono diversi, e il suo corpo sembra in qualche modo cambiato, più formoso e robusto>>.
    << Si infatti i suoi occhi sono magnifici, forse avrà le lentine>>.
    <<si ricordo che da lontano no vedeva>>.
    Non è vero io ci vedo benissimo, meglio continuare ad ascoltare.
    << Ma non badiamo agli occhi, con quel corpo potrebbe uscire con noi e farci conoscere dei bei ragazzi>>.
    << Impossibile se non erro è già fidanzata non accetterebbe mai di uscire con noi per conoscere dei nuovi ragazzi>>.
    <<si hai ragione>>.
    Decisi di non ascoltare ciò che avevano da dire quelle papere, parlano sempre delle solite cose, di ragazzi, di estetica così porsi la mia attenzione sulla mia vecchia e adorata comitiva che adesso non mi guardava neanche.
    << Ragazze tutto bene come state?>>. Decisi di non aprire l’argomento vacanze.
    << Si bene grazie>>.Mi risposero con molta freddezza così decisi di lasciarle stare prima o poi il giacchio si scioglierà. Entrò in classe il professore di matematica e noi tutte ci alzammo per salutare.
    << Buon giorno ragazze, oggi vi voglio presentare una nuova alunna mi raccomando trattatela come se la conoscete da quattro anni>>.
    <<certo professore gridammo tutte in coro>>.
    In realtà speravo con tutta me stessa di non fare amicizia con la nuova arrivata. Avrebbe notato subito la mia differenza. Le mie compagne sanno chi sono e non fanno molto caso ai miei cambiamenti, ma lei avrebbe notato subito che non sono una ragazza normale. In questi pochi minuti di scuola mi tenevo lontana dalle mie compagne, la mia pelle era diventata molto dura e fredda si sarebbero spaventate. Ogni fila presenta un banco con due posti, di solito i posti sono molto vicini ma io mi trovavo a venti centimetri più lontano del solito dalla mia compagna. Il professore fece entrare la ragazza . La mie amiche rimasero alquanto stupite io vedendo quella ragazza risi scoprendo i miei denti. Il professore la fece presentare.
    << Salve a tutte, mi chiamo Susan Ross e vengo dal Canada, mi sono trasferita qui da poco e sono lieta di fare la vostra conoscenza>>. Le mie compagne era ancora stupite di così tanta bellezza e grazia io allungai il braccio e dissi: << Susan, vieni qui siediti accanto a me>>.
    << Hannah ci sei anche tu meno male>>. Spiegai al prof. che Susan è una mia cara amica nonché vicina di casa. Mentii spudoratamente sul fatto che era mia vicina, in realtà non sapevo dove abitava anche se avevamo trascorso l’intera estate insieme.
    <<bene sono contento che la nuova arrivata abbia già un’ amica mi fa molto piacere. Signorina Hale allora mostrerà lei l’edificio alla signorina Ross>>.
    << Con molto piacere professore>>.
    Susan si sedette vicino a me ed era un sollievo poter stare con un’amica speciale, una persona che condivide il tuo stesso grande segreto, mi sentivo come nel raduno, con i miei simili, io e Susan parlammo per tutta la giornata di noi e del suo trasferimento dal Canada in California.
    <<susan, sarà stato un brutto colpo per te lasciare la tua famiglia e la tua scuola>>.
    << In realtà vivo con mio padre, mia madre e i miei fratelli non hanno voluto seguirci, avevano tutto lì, così sono qui con mio padre. E’ un vero sollievo credimi, mio padre è sempre fuori per lavoro e io a casa faccio quello che voglio, svolgo le faccende domestiche in meno di dieci minuti e poi sono sempre fuori con Andrea>>.
    <<che bella vita che fai>>. Sorridemmo entrambe. Poi si fece seria, aveva la tristezza negli occhi.
    << Ti mancano le tue amiche vero?>>.
    <<in realtà Hannah io non ho amiche. Sono sempre stata così, la trasformazione non ha avuto nessuno effetto su di me. Le mie amiche mi invidiavano a causa della mia bellezza, io odio il mio corpo>>.
    << Perché dici queste cose, tu non devi odiare te stessa, tu sei una persona fantastica e speciale non dire queste cose>>. Tentai in tutti i modi ti tirarle su il morale ma di mio malgrado non ci riuscii, la sua ferita era tutt’ora aperta.
    << Ogni volta che frequentavo nuove ragazze, i loro fidanzati ci provavano con me. Mi conoscevano tutti nell’istituto e mi chiamavano “ la ruba ragazzi”. Io in realtà non facevo niente di male erano loro che ci provavano con me. A causa di questo ho perso tutte le mie amiche più care e mi sono ritrovata da sola. Poi arrivata qui ho conosciuto te e Andrea e la mia vita è cambiata in meglio>>.
    E’ una storia abbastanza triste, essere abbandonati da tutti sono perché si è belli.
    << Susan ora ci sono io e sono la tua migliore amica io non ti abbandonerò e non ti volterò mai le spalle è una promessa da vampira a vampira>>. Ci stringemmo le mani e facemmo la nostra più grande promessa. La nostra giornata a scuola terminò così, tra risate e parlate. Le feci visitare l’edificio di tre piani e mi disse che era una scuola bellissima ma anche molto grande. Molti ragazzi ci osservavano alcuni non mi riconobbero altri volevano uscire con noi. Ma dopo risate e rifiuti ritornammo a casa insieme in autobus. Scoprii che abitava nella mia stessa periferia anzi era veramente la mia vicina di casa. Quando scoprimmo di fare lo stesso percorso scoppiammo a ridere.
    << Non ci posso credere, ci conosciamo da più di tre mesi e solo oggi abbiamo scoperto di essere vicine per davvero>>. Continuammo a ridere.
    <<si, infatti Susan hai ragione, siamo delle sciocche>>.
    <<ti va se oggi vieni a casa mia, sai “ studiamo”>>. E continuammo a ridere
    <<accetto volentieri il tuo invito>>.
    Quando rientrai a casa, mia mamma aveva già preparato il pranzo, mangiai qualcosa anche se non serve a nulla e subito mi precipitai dalla mia vicina.
    << Susan posso entrare è permesso ?>>.
    << Si, si entra pure, fai come se fossi a casa tua, io vengo tra un momento>>.
    La casa è veramente carina, c’è roba di vetro dappertutto, ed è molto pulita. E’ una casa abbastanza piccola, ma per due persone è ottima.
    <<eccomi>>.
    <<cosa facevi di là?>>.
    <<niente di interessante non preoccuparti>>.
    Avevamo un’ intera giornata a disposizione cosa avremo mai fatto?
    <<che ne dici di giocare a scacchi?>>.
    Io sorrisi e le risposi.
    << No, grazie dice Brian che io imbroglio, perché vedo tutte le tue mosse>>.
    << Che bella imbrogliona che sei>>
    Scoppiammo a ridere, così tra una parola e l’altra, andammo a giocare a pallavolo in un campo da calcio abbandonato.
    << Ti ricordo che sono una campionessa sta molto attenta>>. Gli dissi.
    << Bhè anche io me la cavo molto bene>>.
    Giocammo fino a tardi quando ricevetti una telefonata.
    <<pronto>> sapevo benissimo chi era.
    << Hannah dove sei. Quando torni la cena è quasi pronta e Brian è qui>>.
    << Si mamma arrivò dammi due minuti>>.
    Avrei davvero impiegato due muniti, salutai Susan e mi precipitai con una velocità impressionante a casa mia.
    << Eccomi>>. Brian mi venne incontro.
    <<ehi dove sei finita, ti ho cercato al raduno ma non ti ho trovata, com’è andato il primo giorno di scuola?>>.
    <<ero a casa di Susan sta in classe con me, mentre per il primo giorno è andato bene e a te?>>
    <<bene grazie>>.
    Mangiammo e Brian tornò a casa sua.
    << Ci vediamo dopo>>. Mi sussurrò all’orecchio, mi diede un bacio veloce sulle labbra e andò via
     
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    8 Capitolo: Complicazioni
    Andammo tutti al raduno. Appena entrati notai subito qualcosa di strano, tutti stavano riordinando e Jacopo il migliore amico di Daisy aveva il braccio fasciato.
    << Daisy dove sei cos’è successo>>.
    <<hannah sei tu?>>.
    << Si siamo tutti qui. Ma cos’è accaduto a Jacopo niente di grave vero , per favore rispondimi>>.
    << Si ma cerca di stare calma, circa venti minuti fa ci hanno attaccato un branco di vampiri, siamo stati colpiti di sorpresa. Abbiamo lottato due contro cinque, erano abbastanza forti e hanno staccato un braccio a Jacopo, ma lui sta bene si è quasi rigenerato tra un po’ potrà togliere anche la fascia>>.
    << Okay meno male>>.
    Non terminai neanche quelle parole quando Colin, la fidanzata di Jacopo mi diede un pugno da farmi volare per tre metri lontano da lei. Mi aveva quasi rotto la mascella, e intanto io avevo rotto tutto il muro. Mi alzai e gli andai incontro.
    << Dico ragazza ma che ti frulla per la testa, non farmi arrabbiare altrimenti sarà guerra, non è bello colpire una compagna così all’improvviso>>. Daisy si è posizionato al centro tra me e lei e Brian mi manteneva per un braccio.
    << Compagna, io non sono amica di una traditrice>>. Mi urlò quelle parole dritte in faccia.
    <<traditrice a me? Ma se non so nemmeno di cosa stai parlando. E tu lasciami andare>>. Avevo ringhiato contro Brian era la prima volta che lo facevo. Ero diventata una furia, io odio quando vengo incolpata senza una colpa precisa.
    << Ma come ti permetti, io non ho fatto nulla>>.
    << E’ tutta colpa tua se Jacopo è ridotto così e adesso siamo in pericolo>>.
    << Colin ti prego sta zitta non prendertela con Hannah lei non sa niente>>. Jacopo aveva preso le mie difese.
    << Certo che lo sa, avrebbe potuto avvisarci, ci saremo preparati>>.
    << Basta Colin, se Hannah avrebbe visto qualcosa di sospetto ci avrebbe avvisati>>.
    Anche Daisy prese le mie difese.
    << Si può sapere cosa centro io con questa storia>>. Poi capii, loro si aspettavano che io vedessi qualcosa, ma ero talmente presa a divertirmi con Susan che la mia mente era vuota e non pensavo a nessun problema.
    << Perdonatemi è tutta colpa mia, Colin ha ragione avrei dovuto tenere questo posto sotto controllo nei miei pensieri vi chiedo di perdonarmi>>.
    << No Hannah non è colpa tua, non potevi sapere>>. Le parole gentili di Daisy risuonavano nelle mie orecchie come una dolce melodia. Ci chiese di fare silenzio ed ascoltarlo.
    << Ragazzi siamo in pericolo da oggi in poi cercate di venire al raduno più presto possibile,inizierà il nostro allenamento speciale, impareremo a combattere e a difenderci>>.
    Molti di loro non erano d’accordo, alcuni lavorano altri devono andare a scuola, ma Daisy non voleva sentire scuse, c’era in gioco la nostra salute e le nostre vite. Così dal quel giorno ogni giorno dopo la scuola mi toccava andare al raduno ed allenarmi. Molte volte Brian non veniva e non voleva che andassi io da sola, ultimamente non vuole lasciarmi sola con Daisy, ma Susan lo tranquillizzò dicendogli che a me ci pensava lei. Ovviamente per Daisy era un’occasione da non perdere, mi faceva lavorare con lui. Lo aiutavo con le dimostrazioni e molte volte mi vergognavo tantissimo. Susan non aveva potere contro il capo così io ero diventata la sua assistente. Quando la giornata finalmente finì io stavo per raggiungere Susan quando venni catapultata in un ‘altra direzione da due braccia più possenti delle mie.
    << Che cosa fai giù le mani >>.
    << Ehi calmati, volevo solo chiederti se potevi rimanere qui con me per allenarmi un altro po’>>.
    <<scordatelo, devo andare da Brian>>,
    <<eh no carina , il capo sono io e ti dico che devi migliorare la tua difesa, lo hanno notato tutti prima che non sei brava a difenderti>>.
    << Invece ad attaccare sono molto brava, attento ragazzino>>.
    Rise ma non mi lasciava andare.
    << Su dieci minuti non ti costano niente>>.
    <<okay ma dieci minuti intesi?>>
    Ci posizionammo uno di fronte all’altro.
    << Sei pronta?>>.
    <<si>>.
    Con una velocità incredibile scomparve,io mi girai ovunque e guardai in tutte le direzioni ma non lo vedevo da nessuno parte.
    << Bello scherzo Daisy io me ne torno a casa>>.
    All’improvviso lo vidi sbucare e corse verso di me , dandomi un pugno che mi fece volare oltre i quattro metri di altezza.
    << Questo non è gioco rialzati>>.
    Mi rialzai non mi aveva fatto niente, però era di una potenza incredibile, corsi verso di lui e scomparvi anche io, ricomparvi e cercai di dargli primo un calcio , poi un pugno e viceversa ma non lo colpii neanche una volta era troppo veloce, così poi pensai, mi concentrai sulle sue mosse e dopo vari scatti riuscii a dargli un calcio dritto in faccia e lo feci volare.
    << Hai visto che quando mi concentro faccio paura?>>.
    <<non male per essere una mezza vampira>>.
    << Perché che vuoi dire?>>.
    <<niente continuiamo>>.
    Dopo vari scatti riuscii a colpirlo molte volte e lui non ci riuscii neanche una volta, fino a quando con uno scatto improvviso mi blocco contro le pareti del muro.
    <<okay sei bravo ora lasciami andare i dieci minuti sono passati>>.
    Mi guardava ma non rispondeva.
    <<su lasciami>>.
    <<no ti prego non muoverti, lasciati guardare, quando c’è il tuo ragazzo non posso fare niente, ma adesso che lui non c’è è un’occasione speciale che non posso farmi scappare>>.
    <<lasciami Daisy non è divertente>>.
    << E’ inutile lasciati cullare dalla mia voce>>.
    << Ma sei pazzo lasciami>>.
    Le sue mani strinsero le mie braccia più forte di prima e le sue gambe incrociarono le mie per non farmi muovere.
    <<ho detto lasciami Daisy>>.Non riuscivo a muovermi ero bloccata dalla sua presa d’acciaio.
    << Rilassati non voglio farti nulla , voglio solo parlare, e questo è l’unico modo per convincerti a stare con me>>.
    << Non è vero se me lo chiedi con gentilezza io ti ascolto volentieri>>.
    Rise.
    << Non dire bugie>>.
    Le sue mani stringevano ancora di più, si avvicinò al mio orecchio destro e iniziò a parlarmi dolcemente, con quella sua voce che quasi mi fece rilassare tutti i muscoli del corpo.


    9Capitolo: Provocazioni
    << Hai finito di fare l’idiota e mi lasci andare>>. Non mi muovevo.
    <<dai non fare così i tuoi muscoli si sono già rilassati perché non fai fare lo stesso alla tua mente?>>.
    In effetti aveva ragione i miei muscoli erano paralizzati da così tanta dolcezza ecco qual’era il suo potere speciale.
    Così per distrarmi gli feci alcune domande.
    << Perché hai scelto proprio me? Sono il tuo giocattolo nuovo? Il tuo nuovo acquisto?>>.
    <<ma che cosa stai dicendo , tu mi piaci davvero e io voglio stare con te>>
    Rimasi pietrificata da quelle parole. Così risi.
    << Ma cosa stai dicendo io sto con Brian, non provo nulla per te>>.
    In realtà ero fortemente attratta da lui però ero innamorata di Brian e l’attrazione per me non conta niente.
    << Lo so che sei attratta da me lo sento il tuo cuore batte più forte quando sei con me>>.
    Il cuore che pulsa era una delle tante differenze che ci separava dai vampiri completi.
    << Non è vero il mio cuore batte normalmente>>.
    <<stai mentendo piccola>>. Poggiò le sue fredde labbra sulle mie, ma io lo rifiutai voltando la testa dall’altra parte.
    << Ma cosa fai sei forse impazzito?>>.
    Con una sola mano riuscii a mantenere le mie braccia e con l’altra mano mi mantenne il volto che fece avvicinare al suo. C’erano due centimetri che separavano le mie labbra dalle sue.
    << Lasciami andare non è una cosa carina quella che stai facendo>>.
    <<non me ne frega io ti voglio tutta per me>>.
    Avrei tanto voluto dargli uno schiaffo ma ero paralizzata dalla sua dolcezza. Poggiò di nuovo le sue labbra sulle mie e stavolta mi diede un bacio. Fu un bacio molto lungo ma non provavo disgusto, era un bacio molto passionale e io mi abbandonai completamente a lui. Intanto però pensavo a Brian ma non potevo liberarmi. Daisy allontanò le sue labbra e mi sorrise con dolcezza. Capì che i miei muscoli erano sotto il suo controllo così mi liberò le gambe e le braccia. Poggiò di nuovo le labbra sulle mie e senza accorgermene le mie braccia erano attorno al suo collo abbracciandolo. Fu in quel momento che mi senti finalmente libera, potevo muovermi, lui continuava a baciarmi con gli occhi chiusi, io intanto stavo escogitando un metodo per allontanarlo da me. Mentre continuavo a bacialo misi le mie mani lungo il suo ventre e fu in quel momento che caricai tutta la mia forza dandogli una spinta e facendolo volare a 7 metri lontano da me. Iniziai a correre più veloce che potevo non volevo che mi prendesse di nuovo ma era inutile con un salto balzò dietro di me buttandomi a terra. Eravamo uno sopra l’altro, la posizione che non volevo, ero in trappola lui sopra di me che mi bloccava gambe e braccia.
    <<credevi davvero di riuscire a scappare da me, tu sei mia e non andrai a casa fino a quando non faremo l’amore>>.
    <<tu sei pazzo io non voglio fare l’amore con te lasciami>>.
    << Ma come pensavo che il bacio ti fosse piaciuto>>.
    <<no non mi è piaciuto un bel niente e adesso lasciami io non voglio fare nulla con te>>.
    << Sei una bugiarda, dimmelo che ti piaccio e che non aspettavi altro>>
    <<no>> gridai. Lui mi stringeva più forte del dovuto sentivo uno scricchiolio nelle mie braccia, si stavano per spezzare.
    << Ti prego lasciami non voglio rompermi un braccio. Lasciami>>. Gridai più di prima.
    << No non ti lascio non ti perderò di nuovo ho fatto una fatica enorme per portarti da me>>.
    << Che vuoi dire con questo?>>.
    << Quando eri tutta sola quel giorno che ti trasformai, fui io a portarti in quella direzione, in quella strada senza luce e senza persone, tu ti stavi dirigendo verso il centro, ma eri talmente distratta che ti muovevo come un burattino fino a portarti nella tana del lupo>>.
    <<tu sei un bastardo ti odio>>.
    << Quando saremo una sola cosa non mi odierai più anzi ti piacerà essere la mia compagnia>>.
    << Mai, lasciami>>.
    Mi sbottonò la camicia e la fece volare via, le sue mani mi stringevano forte, stavo per rompermi un braccio quando gridai più forte del dovuto. Emanai uno strillo che lo avrebbe sentito chiunque.
    << Ehi non strillare così forte vuoi farci scoprire?>>.
    Stava per sbottonarmi anche il pantalone, avrei voluto piangere ma i vampiri non piangono.
    Erano settimane che non bevevo del sangue e non avevo forze in corpo.
    << Lasciati trasportare da me, sarà una cosa meravigliosa vedrai>>.
    << Lasciami>> Emanai un altro grido. E lui mi tappò la bocca con un altro bacio.
    Fu in quel momento che sussurrando e chiudendo gli occhi pronunciai le parole BRIAN.
    Non sapevo più cosa fare, Daisy mi aveva tolto anche i pantaloni io avevo gli occhi serrati dal dolore. Quando mi sentii improvvisamente libera. Aprii gli occhi e Daisy non era più sopra di me ma scaraventato a dieci metri lontano. Alzai gli occhi ed era Brian, aveva i denti scoperti e ringhiava come non mai. Mi venne vicino e mi diede i vestiti ricuperati.
    << Stai bene cosa ti ha fatto quel verme>>.
    << Niente andiamo via ti prego>>. Daisy era molto pericoloso, era fortissimo e io avevo paura per Brian.
    << Vai via a lui ci penso io, sei sicura che non ti ha fato nulla? Sei sicura di stare bene?>>.
    << Sto benissimo ma ti prego amore andiamo via>>.
    << Bastardo dove sei fatti vedere>>.
    << Il bastardo qui ha un nome, che sei venuto a fare, Hannah orami appartiene a me, diglielo amore quello che abbiamo fatto insieme e di quanto ti sia piaciuto>>.
    Avevo la testa abbassata per la vergogna ma Brian non ascoltò ciò che aveva detto.
    <<non mi interessa cosa avete fatto, Hannah è in pericolo ed è mio dovere salvarla>>.
    Non potevo credere alle parole di Brian a lui non importava cosa avevo fatto, anche se in realtà era arrivato giusto in tempo, non oso pensare cosa avremmo fatto io e Daisy.
    <>.
    <<sta zitta, io non andrò via di qui fin quando quel bastardo non avrà una bella lezione>>.
    <<okay se è questo quello che vuoi fatti sotto mezzo vampiro>>. Daisy aveva gli occhi di un castano più scuro rispetto a prima, mentre gli occhi di Brian avevano raggiunto un rosso molto carico era il colore del sangue, forse si era nutrito prima di venire a salvarmi o forse quegli occhi erano il simbolo della rabbia e della vendetta. Brian ha sempre odiato Daisy e sapeva che questo giorno sarebbe arrivato cercai con tutte le mie forze ti concentrarmi su Daisy e vedere i suoi prossimi movimenti ma più mi concentravo e più non vedevo nulla, il vuoto totale non riuscivo a vedere il suo futuro non vedevo assolutamente niente.
    <<carina, pensi davvero ti poter vedere le mie mosse ?>>.
    Rimasi ancora una volta pietrificata.
    <<tu non puoi vedere nella mia mente, perché il mio speciale potere è proprio questo, nessuno può frullare nella mia testa e sentire i miei pensieri e vedere il mio futuro, il tuo caro ragazzo è spacciato, non può competere contro un vampiro completo, e per di più espertissimo>>.
    Poi si rivolse a Brian.
    <<non hai seguito gli allenamenti non sai nulla su come si combatte, e non hai mai combattuto non hai speranze contro di me morirai sicuramente, arrenditi, consegnami Hannah, lei non ti ama, ti ha tradito perché sprechi la tua vita per una che ti tradisce>>.
    Brian non disse una parola, i suoi occhi era più rossi del solito facevano paura, lui era molto nervoso tanto che tremava. Voleva ucciderlo, i suoi occhi dimostravano questo. Io non potevo vedere l’esito della partita, non vedevo nulla intanto i due si stavano preparando per il grande combattimento, Brian era pronto mentre Daisy scherzava era molto sicuro di sé voleva perdere del tempo non capivo ancora il perché ma Daisy non aveva nessuna voglia di combattere, voleva barattare, lui voleva me.


    10 Capitolo: Combattimento
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    <>.
    Daisy continuava a provocarlo, Brian tremava mentre quello sporco vampiro voleva solo scherzare con lui. Tentai in tutti i modi di convincerlo ma non servì a nulla Brian voleva combattere era nervoso ma anche molto concentrato non diceva una parola non mi guardava non prestava attenzione a nulla tranne per il vampiro che aveva di fronte. Porse tutta la sua attenzione su di lui lo guardava dalla testa ai piedi studiava tutte le sue possibili mosse, quando con uno scatto scomparve e quando ricomparve alla velocità della luce Daisy venne scaraventato in aria con una velocità supersonica. Il vampiro ritornò in piedi senza toccare il terreno e ripartì contro Brian, i due combatterono per cinque minuti facendo acrobazie con una velocità incredibile, Brian era molto concentrato ma non poteva nulla contro il vampiro completo, era troppo forte e lui lo sapeva bene.
    Il vento cominciò a soffiare molto più forte io avevo la testa china, non volevo vedere ma sentì una voce che mi fece rialzare la testa. Era Jacopo e parlava con Daisy, non riuscivo a sentire cosa dicevano la mia attenzione era su Brian che era stremato, era pieno di lividi e morsi ed era ferito, però la sua pelle si stava rigenerando molto velocemente. I due vampiri continuavano a parlare quando Jacopo andò verso Brian e lo intrappolò con le sue braccia possenti, Brian tentò di liberarsi ma non ci riusciva, intanto Daisy continuava a colpirlo.
    <<no>>. Strillai, <<no, non potete, due contro uno, non è leale>>.
    <<allora perché non vieni tu a combattere con il tuo amato?>>. Le parole di Jacopo avevano un suono orribile.
    <<no Jacopo lei deve starne fuori>>. Disse Daisy.
    << No Hannah posso cavarmela da solo non preoccuparti>>. Brian stava soffrendo tantissimo.
    <<oh sentitelo, Hannah posso farcela , tu non puoi niente e adesso la tua adorata ragazza sarà la mia>>.
    Daisy venne contro di me, io non avevo più forze ero stremata, mi prese per la gola, ma era inutile noi vampiri possiamo anche non respirare, giro il mio collo e stava per mordermi.
    <<adesso ti farò diventare come me, così non potrai più stare con Brian>>.
    <<non la toccare, brutto bastardo>>.
    Brian si era liberato, emanava una forza incredibile e il terreno vicino i suoi piedi tremava, il vento soffiava più forte, fino a diventare una bufera, gli occhi di Brian divennero bianchi e la bufera divenne ancora più potente, l’altro vampiro si avvicinò a lui cercando di colpirlo da dietro ma venne folgorato da un fulmine a solo toccarlo. Gli occhi erano diventati grigi mi facevano paura , Brian non era lo stesso, alzò le mani verso il cielo e la bufera divenne tornado, incatenò il vampiro nel tornado e folgorandolo con i fulmini, fino a quando Jacopo non cadde a terra privo di vita. Con la potenza del fulmino lo accese e Jacopo venne raso al suolo come sul rogo. Poi Brian porse la sua attenzione sul vampiro bastardo, sul traditore.
    <<io ti uccido>>.
    Queste furono le parole di Brian.
    <<credi che un fulmine possa spaventarmi? Sei un povero illuso>>.
    <<io ti uccido>>.
    Brian sembrava una macchina non era più lo stesso, pronunciava sempre le stesse parole, e si avvicinava lentamente verso il nemico. Erano faccia a faccia e Brian fece ritornare il tornado intrappolò Daisy nelle sue braccia che sembravano pinze, le sue braccia emanavano scariche elettriche a non finire e Daisy strillava , mi tappai le orecchie era un suono straziante.
    <<hannah, Hannah ti prego fermalo, sto morendo Hannah>>.
    Daisy mi chiamava ma io non volevo ascoltarlo, Brian continuava con le scariche elettriche mentre Daisy scalciava per liberarsi ma Brian non accusava nessun dolore. Le scariche aumentavano gli occhi di Brian erano grigi poi divennero neri, era irriconoscibile, Daisy continuava a lamentarsi stava morendo e la sua morte era lenta e dolorosa. L’ultima scarica elettrica fu quella decisiva Daisy era privo di vita sul terreno freddo e bagnato. Anche Brian cadde a terra erano l’uno affianco a all’altro, corsi verso di lui i suoi occhi erano tornati normali però era a terra stremato. Mentre Daisy era messo malissimo era tutto accesso emanava del fumo nero da ogni parte del corpo i suoi occhi erano tutti neri senza pupille faceva impressione, mi sdraiai a terra vicino a Brian lo chiamavo ma lui non rispondeva era svenuto dal dolore e dalla concentrazione. In quei dieci minuti era diventato un mostro spietato di vendetta non avrei mai pensato di vederlo. Restai per altri trenta secondi quando sentii un morso vicino al polso mi voltai non riuscii a credere ai miei occhi, a quel bastardo gli era rimasto un po’ di vita un po’ di fiato un po’ di forza per mordermi, per mischiare il suo sangue col mio, per farmi diventare come lui. Il dolore mi inondò le vene mi sentì bruciare più della prima volta stavo diventando come lui stavo per diventare un vampiro completo, avevo sete i miei occhi vedevano tutto di rosso la mia pelle divenne più dura e ghiacciata non era come quella di prima mi sentivo un mostro, il veleno continuava a bruciare dentro di me, fino a quando vidi tutto bianco e svenni, però sentii le ultime parole di Daisy
    <<ti ho fatto diventare come me sarai mia per sempre>>.
     
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    11 Capitolo: Ristabilirsi

    Mi sentivo un totale schifo non riuscivo a muovermi, il mio corpo non rispondeva agli impulsivi emanati dal cervello...
    <<hannah svegliati apri gli occhi>>. Era Susan
    <<cosa c'è?>>.
    <<ah finalmente ti abbiamo portata al raduno eri svenuta, Brian era ridotto malissimo cos'è successo dove Daisy e Jacopo e perchè tutti i vampiri completi sono scomparsi?>>.
    <<scomparsi dove fammi vedere>>.
    Quando mi voltai caddi dal tavolo, dimenticando che non potevo muovermi>>.
    <<hannah ma cosa hai fatto... Noo o no Hannah cosa sono quegli occhi orrendi>>.
    Non osavo risponderla.
    <<hannah dimmi cosa è successo tra te e Daisy o no, no ti prego non dirmi che...>>.
    Il suo discorso finì li non disse più nulla sapeva cosa mi era successo i miei occhi parlavo chiaro io non ero più come loro io ero diventata il "mostro completo".
    <<susan ti prego perdonami so che sei spaventata ma..>>.
    <<no Hannah io non sono spaventata, adesso ho capito tutto è tutta colpa tua lo sapevo che eri tu la causa di tutto questo... Dovevo immaginarmelo Daisy ti voleva portare con lui e ci è riuscito. Sai cosa vuol dire tutto questo?>>.
    <<no Susan cosa vuol significare tutto questo?>>.
    <<significa che io e te abbiamo chiuso con la nostra amicizia, non possiamo più vederci mi dispiace ma io e Andrea non possiamo più starti vicino sei troppo diversa da noi mi dispiace Addio>>.
    Quelle parole facevano male come rasoi stavo malissimo l'unica cosa positiva era che iniziavo a muovermi, avevo ripreso il controllo dei miei arti, ma c'era ancora un pensiero fisso nella mente " Brian", lui non sapeva cosa ero diventata e mai dovrà saperlo.
    <<susan ti prego vieni qui non andare via>>.
    <<cosa c'è?>>.
    Era fredda con me.
    <<ti prego non disprezzarmi, ti scongiuro devi farmi l'ultimo favore e poi ti prometto che scomparirò dalla vita di tutti voi>>.
    <<dimmi tutto>>.
    Mi odiava ma potevo sempre contare sul suo aiuto.
    <<non devi dire nulla a Brian, io scomparirò per un periodo indeterminato, non so quando tornerò e se ritornerò ma devo andare non posso più restare qui, quindi riferisci a Brian che lo amo e che mi dispiace per tutto questo>>.
    Mi ero alzata e stavo per raggiungere la porta, ma lo vidi, era di fronte a me con le mani tutte fasciate, cercai di non guardarlo ma non ci riuscii, volevo piangere ma era impossibile ero diventata più mostro di prima, sentivo il suo sguardo su di me cercò di dirmi qualcosa ma io lo azzittii.
    <<no ti prego non dir nulla è già complicato così com'è lasciami in pace>>. Cercai di essere più fredda il possibile
    <<no non andare ti prego>>.
    <<si che devo non posso più rimanere tra voi sono diversa, diversa da voi e soprattutto diversa da te, non possiamo più stare insieme, la storia finisce qui tra queste quattro mura Addio>>.
    Forse mi ero comportata in modo troppo freddo ma dovevo farlo mi diressi verso la porta ma venni fermata da quattro vampiri: Andrea , Louis, Susan e Izabel, erano rimasti solo cinque compresa me gli atri erano tutti andati via.
    <<fermati dobbiamo parlarti>>.
    <<lasciatemi>>. Potevo scaraventarli tutti via con un solo braccio ma volevo ardentemente ascoltare ciò che avevano da dirmi con così tanta ostinazione.
    <<allora cosa avete da dirmi?>>.
    <<noi non vogliamo che tu te ne vada, ora sei diventata tu il nostro capo senza di te non sappiamo cosa fare ti prego guidaci>>.
    <<ma voi state scherzando andate via, è questo quello che dovevate dirmi ? Io me ne vado>>.
    <<no non era questo ciò che volevamo anzi volevo dirti>>.
    <<allora cosa vuoi?>> Non capisco perchè ero diventata così scontrosa , era questa la mia vera natura?.
    <<voglio dirti che conosco una soluzione per tutto questo>>.
    <<tutto questo cosa sta a significare?>>.
    <<io conosco un metodo per farti tornare come noi>>.
    <<davvero dimmelo ti prego ne ho bisogno>>.
    <<okay però non sarà facile e non puoi andarci da sola ti deve accompagnare qualcuno>>.
    <<ci sono io è ovvio>>. Brian sorrise
    <<no tu no>> Disse Andrea
    <<ma ti sei visto ? Sei conciato alquanto male quindi andrò io con lei>>.
    Se ero umana si sarebbe visto il mio imbarazzo anzi sarei diventata rossa come un peperone non volevo stare da sola con Andrea era imbarazzante.
    <<cosa no tu da solo con lei non ci vai, ci andrò io al posto tuo>> Susan era furiosa.
    <<si come no, ci andrai proprio tu, tu per caso conosci la strada? A me pare proprio di no quindi non insistere Susan accompagnerò io Hannah>>.
    Andrea si avvicinò a Susan e le diede un bacio sulle labbra .
    <<non preoccuparti piccola>>.
    <<non sei tu che mi preoccupi è lei>>.
    Mi sentivo in imbarazzo.
    <<allora Andrea dov'è che si va?, San Francisco , New York?>>.
    Andrea sorrise.
    <<no Hannah si va un po più lontano, si va in Italia>>.
    <<caspita se è lontano è in un altro continente>>.
    <<mi dispiace spero non ti crea nessun disturbo fare un viaggio così lontano>>.
    <<no figurati darei anche la vita per tornare normale cioè come voi normale è una parola troppo grossa per le mie condizioni>>.
    Ero felice, potevo stare di nuovo con Brian e Susan.
    <<hannah non distrarti le sorprese non sono ancora finite, purtroppo devi anche sapere che io conosco questo posto perchè mio fratello era stato trasformato come te, andammo in Italia per la precisione a Venezia al cospetto di tre grandi vampiri, assistetti personalmente alla cerimonia, ci avvertirono che era molto pericoloso ma mio fratello ostinato come te voleva ritornare normale, i vampiri tentarono di succhiare via tutto il veleno ma non ci riuscirono così mio fratello morì davanti ai miei occhi, è molto pericoloso quindi se tu sei d' accordo io non ho nessun problema, ma quando saremo al loro cospetto io non ci sarò e li dovrai cavartela da sola, mi dispiace dirti queste parole ma è troppo difficile per me ricordare e...>>.
    Il suo discorso si interruppe, Susan lo abbracciava il dolore era enorme, povero Andrea.
    Brian era andato a sdraiarsi sul tavolo mentre io gli cambiavo le bende, lo spettacolo era orribile era pieno di bruciature.
    <<non andare, vedrai riusciremo ugualmente a stare insieme, Hannah non voglio perderti e per di più non sarò io ad accompagnarti>>.
    <<che sciocchezze dici>>. Risi con sarcasmo.
    <<non mi succederà nulla te lo prometto, e poi tu devi guarire e fare da guardia al raduno sarai un ottimo capo>>. Continuavo a sorridere ma in realtà avevo paura.
    <<hannah puoi raggiungermi per favore devo parlarti>>.
    <<si Susan arrivo>>. <<dimmi tutto>>.
    <<hannah non far soffrire Andrea ha già sofferto abbastanza per la perdita di suo fratello maggiore >>.
    <<mi dispiace molto anche io vorrei trovare una soluzione ma sai meglio di me che è l'unico che puoi portarmi in Italia perdonami>>.
    <<si hai ragione sono stata una sciocca a farti una richiesta del genere lo so che non è colpa tua>>.
    <<e' tutto ok non devi preoccuparti >>.
    <<volevo scusarmi per come mi sono comportata prima, non è colpa tua, Daisy era un traditore, io non so come sia andata però ti chiedo umilmente scusa>>.
    <<no Susan non scusarti è tutta colpa mia e spero con tutta me stessa di tornare sana e salve, non preoccuparti per Andrea lui tornerà comunque>>.
    <<si lo so, infatti spero con tutto il cuore che ritornerai anche tu sana e salva>>.
    <<grazie amica mia>>.
    Ci abbracciammo ovviamente la mia presa è molto più forte della sua infatti in due secondi mi liberai, ero molto imbarazzata ma cosa più importante non volevo che abbracciasse un mostro come me.
    Chiamai casa mia e dissi a mia madre che rimanevo da Susan, e Brian fece lo stesso. Rimanemmo per tutta la notte nel raduno, accudivo Brian e le sue mani si stava piano piano rigenerando era quasi finalmente guarito, ovviamente io cercavo di stargli più lontana e possibile ma era tutto inutile lui faceva sempre in modo di stargli appiccicata così mi arresi e caddi tra le sue braccia.
     
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